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Domande e risposte

Se il medico non ha scritto sulla ricetta la frase «non sostituibile» il farmacista deve proporre al cittadino la possibilità di sostituire il farmaco “di marca” con un altro equivalente ma meno costoso.
Il cittadino può comunque scegliere il farmaco “di marca”: in tal caso è tenuto a pagare la differenza tra quest’ultimo e l’equivalente.
    •    Tenere i medicinali lontano dalla portata dei bambini.
    •    Conservare i medicinali nella loro confezione originale, per avere sempre a disposizione il foglietto illustrativo, il numero di lotto e la data di scadenza.
    •    Riporre i medicinali lontano da fonti di calore e non esporli direttamente alla luce.
    •    Conservare i medicinali in luoghi asciutti e non umidi: il bagno e la cucina, per esempio, sono poco indicati.
    •    Leggere bene se sulla confezione è riportata l’indicazione «conservare tra + 2° e + 8°C»: in tal caso occorre conservare il farmaco in frigorifero.
    •    Non riporre i medicinali insieme ad altre sostanze pericolose con cui possano confondersi.
Infine occorre sempre fare attenzione ai segni di deterioramento che un medicinale può presentare. Se si osservano cambiamenti di colore o della consistenza, se si percepisce un sapore o un odore insolito è probabile, infatti, che il medicinale sia alterato e quindi non deve essere assunto.
Quando un medicinale è scaduto o deteriorato non gettarlo nella spazzatura con gli altri rifiuti .Le sostanze presenti, infatti, potrebbero essere ancora attive e produrre effetti tossici.
Pertanto occorre usare gli appositi contenitori per la raccolta dei medicinali collocati all’interno o in prossimità delle farmacie.
Anche i cittadini possono contribuire alla sicurezza di un farmaco attraverso la segnalazione spontanea di effetti indesiderati (reazioni avverse).
Basta rivolgersi al proprio medico o al farmacista quando si ha il sospetto che una reazione sia causata da un farmaco che si sta assumendo.
Qualora il singolo cittadino volesse invece inoltrare direttamente la propria segnalazione può compilare l’apposito modulo e inviarlo al responsabile della farmacovigilanza della Asl di appartenenza.
Attenzione, però, non sono consentite segnalazioni anonime.
L’acqua naturale è sempre la scelta più opportuna, meglio se a temperatura ambiente e in abbondante quantità, così da impedire che il farmaco aderisca alle pareti dell’esofago e da facilitarne nel contempo la dissoluzione e il successivo assorbimento.
Assolutamente da evitare bevande alcoliche e meglio evitare anche le bevande calde a meno che non sia espressamente indicato (es. TachifluDec).
Se si vuole mascherare il sapore sgradevole di un farmaco, il succo di arancia va bene, ricordandosi però che succhi di frutta e bevande acide in generale non vanno usati se si devono assumere alcune penicilline.
Per ridurre l’irritazione gastrica si può assumere il farmaco con il latte, da evitare però se il farmaco in questione è una tetraciclina.
Del succo di pompelmo, non tutti sanno che basta un solo bicchiere per determinare variazioni anche importanti delle concentrazioni nel sangue di numerosi farmaci. Sarà bene quindi non utilizzare mai il succo di pompelmo per assumere i farmaci.

Molti sanno che l’alcol può alterare il delicato equilibrio tra le funzioni che permettono ad un individuo una piena efficienza nella guida, ma sono ben pochi quelli pienamente consapevoli del fatto che anche molti farmaci di uso comune possono interferire negativamente con tale attività. I farmaci potenzialmente pericolosi per la guida sono moltissimi ed appartengono a varie classi farmacologiche. Questi effetti farmacologici, poi, vengono notevolmente potenziati dall’alcol e/o da terapie farmacologiche combinate, condizioni entrambi caratterizzate da effetti più marcati e duraturi, specie negli anziani o nei soggetti affetti da importanti patologie d’organo che possono spesso ridurre in modo cospicuo le capacità metaboliche dell’individuo (es. cirrosi epatica, insufficienza renale, ecc.), determinando un ridotta eliminazione dei farmaci ed il prolungarsi della loro azione farmacologica.
Particolare attenzione devono prestare le persone che utilizzano farmaci di questo tipo:

Ansiolitici.

I cosiddetti tranquillanti (come Tavor, Lexotan, Valium, En, Control, Prazene, Ansiolin, Xanax, Lorans, per citare alcuni fra i più conosciuti) sono abitualmente impiegati per controllare gli stati di ansia e di tensione emotiva. Questi farmaci sono impiegati anche come premedicazione per accertamenti diagnostici ambulatoriali (per esempio, gastroscopia): in questi casi è consigliabile che il paziente non guidi per qualche ora dopo l’iniezione o venga accompagnato da un familiare.

Antidepressivi e antipsicotici.

I farmaci impiegati nel trattamento della depressione (come Laroxyl, Anafranil, Trittico) e delle malattie di tipo psichiatrico (come Nozinan, Largactil) manifestano effetti sedativi.

Anticonvulsivanti.

Le specialità impiegate nel trattamento dell’epilessia (quali Tegretol, Depakin, Dintoina, Gardenale) possono compromettere la capacità del guidatore, ma questo rischio non è paragonabile alle conseguenze di una crisi convulsiva durante la guida.

Antistaminici.

La sonnolenza associata agli antistaminici tradizionali (come Polaramin e Trimeton) è un effetto ben noto. Si tratta di farmaci tuttora molto utilizzati sia come antiallergici (raffreddore da fieno, orticaria, pruriti generalizzati) sia in associazione con altri prodotti nelle preparazioni decongestionanti nasali (come Temporinolo, Actifed), antitussive (come Difmetus, Vicks Medinait) o analgesiche (tipo Neocoricidin).

Antinfiammatori non steroidei.

Meno conosciuti sono i possibili effetti sul sistema nervoso degli antireumatici. Segnalati con maggiore frequenza a carico dell’indometacina (Indoxen), sono tuttavia relativamente comuni anche con farmaci di più largo impiego come il piroxicam (es. Feldene), il naproxene (es. Naprosyn), l’ibuprofene (es. Brufen), il diclofenac (es. Voltaren). La comparsa di vertigini, sonnolenza, confusione mentale, giramenti di testa, difficoltà di concentrazione può risultare molto pericolosa per chi si trova al volante, soprattutto per le persone anziane.
La data di scadenza, obbligatoriamente presente su tutte le confezioni di farmaci, si riferisce alla confezione integra e correttamente conservata. Ma dal momento dell’apertura ogni tipo di medicinale ha una durata diversa prima che diventi inefficace o addirittura nocivo.
Ecco un elenco del periodo di validità delle più comuni forme farmaceutiche (per le confezioni monodose o le forme confezionate in blister vale la data di scadenza riportata sull’involucro e nel foglietto illustrativo).


FORMA FARMACEUTICA/VALIDITÀ

  • 
fiale e siringhe / pochi minuti
  • 
granulati e polveri da sciogliere / 5 giorni
  • 
pomate vaso / da 5 a 15 giorni
  • 
spray e gocce per naso / da 15 a 20 giorni
  • 
colliri / da 15 a 20 giorni

  • gocce e sciroppi / da 1 a 2 mesi

  • pomate / da 2 a 3 mesi

  • compresse in flaconcino / da 4 a 6 mesi

(Fonte: agenziafarmaco.gov.it)
Gli antibiotici sono medicinali molto efficaci, ma soltanto se usati contro il bersaglio giusto.
In particolare, sono utili contro le infezioni causate da batteri o funghi, mentre non hanno alcun effetto contro i virus. Pertanto, se usati in modo scorretto, piuttosto che arrecare benefici possono causare danni.

In particolare:
    •    possono affaticare gli organi deputati al loro smaltimento;
    •    producono “resistenza”, abituano cioè alla loro presenza i microrganismi che dovrebbero invece combattere, diventando così inefficaci.
Per queste ragioni è necessario sempre consultare il medico prima di ricorrere ad antibiotici; non assumere autonomamente quelli usati per una precedente malattia; completare sempre il ciclo di cura fino al termine indicato dal medico, anche quando i sintomi del malessere sono scomparsi.